Fonte: Ragusa News

La sua è una storia di passione per l’auto nata sin dall’adolescenza, quando al liceo Guglielmo inizia a osservare le proporzioni, le superfici, i dettagli. A 18 anni Cartia decide di trasferirsi nella Motor Valley e di iscriversi all’Issam -l’Istituto Superiore di Scienza dell’Automobile- di Modena e qui per due anni perfeziona il senso dell’osservazione, la renderizzazione delle idee, con un corso di aerodinamica tenuto da un ex progettista di Formula Uno.

Da Modena a Torino, capitale italiana dell’auto, il passo è breve. Cartia lavora in una piccola azienda, la Rayton Fissore, di cui è direttore un mostro sacro del design, l’americano Tom Tjaarda, papà della Fiat 124 Spider, una esperienza che gli infonderà l’apprendimento di alcuni segreti del disegno automobilistico.

Maturano i tempi per Guglielmo per presentare un portfolio, e nella scaletta dell’atelier più prestigioso in cima c’è Pininfarina. Cartia decide di puntare al vertice mandando il proprio curriculum e i propri schizzi. A Cambiano, nel torinese, rispondono con una proposta: stage di tre mesi.

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